Esclusive Stefano Murante (Foto Ivan Benedetto)


Stefano Murante (Foto Ivan Benedetto)
Pubblicato il 13 giugno, 2016 12:30 | by Michele Balossino

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ESCLUSIVO – Pro Vercelli, Murante: “Longo tecnico preparato e determinato”

PRO VERCELLI INTERVISTA MURANTE / VERCELLI – A fare il punto in casa Pro Vercelli è stato il Team Manager Stefano Murante, che in esclusiva ci ha parlato del nuovo allenatore, della stagione di Serie B appena conclusa e di alcuni ricordi indelebili con la bianca casacca. Ecco le sue parole.

 

L’INTERVISTA ESCLUSIVA A STEFANO MURANTE

Buongiorno Stefano. Innanzitutto, pochi giorni dopo la presentazione di Longo, ti chiedo quali sono state le prime impressioni dopo i primi incontri con il nuovo mister.

Sicuramente mi ha dato subito l’impressione di essere una persona molto determinata. L’avevo conosciuto per la prima volta lo scorso anno in ritiro, essendoci allenati sia noi sia il Torino Primavera a Cantalupa; durante l’anno ci eravamo ritrovati per un’amichevole: in entrambe le occasioni avevamo avuto modo di parlare, e fin da subito avevo capito che era una persona molto determinata e con le idee ben chiare in testa. Nonostante il suo percorso nel calcio dei “grandi” inizi con noi quest’anno, mi sembra che Moreno Longo sia un allenatore che sa fare le cose nel modo giusto, e lo dimostrerà con i fatti: è molto preparato.

Da poco si è conclusa la stagione e la Pro Vercelli per il secondo anno consecutivo ha centrato la salvezza in Serie B. Che stagione è stata per voi?

Il bilancio della nostra stagione è certamente positivo, in quanto abbiamo raggiunto l’obiettivo che ci eravamo prefissati ad inizio anno. Un po’ di fatica c’è stata, ma grazie al lavoro sia di Cristiano Scazzola sia di Claudio Foscarini siamo riusciti a conquistare la permanenza in Serie B per la terza stagione consecutiva. Tra dicembre e gennaio abbiamo avuto un periodo di flessione, nel quale abbiamo collezionato cinque sconfitte consecutive: ma squadra e società, tutti insieme, abbiamo trovato le forze per continuare a lavorare e organizzarci nel modo giusto, e alla fine il risultato è stato conseguito.

Stagione che ti ha visto impegnato nel ruolo di Team Manager: come valuti la tua esperienza?

Sicuramente mi sento di dover ringraziare il Presidente Massimo Secondo e la società per la fiducia accordatami. Inoltre, vorrei ringraziare Matteo Cagliano, che soprattutto nei primi mesi mi è stato vicino nel periodo di inserimento, dandomi sempre buoni consigli. Poi, con il trascorrere dei giorni, tutto è andato migliorando e mi sono trovato benissimo. L’ambiente Pro Vercelli è molto organizzato, e questo mi ha permesso di lavorare nel migliore dei modi fin da subito. Infine, voglio sottolineare il rapporto con i ragazzi, che è stato veramente qualcosa di incredibile.

Si soffre di più da calciatore oppure in giacca e cravatta a bordo campo?

Senza dubbio in giacca e cravatta a bordo campo (ride, ndr.)! Perché da calciatore uno vive più la settimana per se stesso, invece da dirigente è come se si cercasse di far crescere giorno per giorno la propria famiglia ed il proprio team di lavoro: ci si prende carico un po’ di tutto, ci sono maggiori responsabilità. Il compito dei dirigenti è quello di mettere i giocatori nelle condizioni migliori per potersi esprimere, poi ovviamente sono loro che vanno in campo e determinano l’andamento delle partite.

Infine, un ricordo piacevole. Pochi giorni fa ricorrevano i quattro anni da quell’indimenticabile 10 giugno 2012, che sancì il ritorno in B della Pro Vercelli dopo 64 anni. Tu sei stato uno dei protagonisti di quella straordinaria annata: che ricordi hai di quel giorno e, più in generale, di quel campionato?

Ricordo ancora benissimo quella stagione, fin dall’inizio quando scoprimmo che avremmo partecipato al campionato di C1 grazie ad una serie di ripescaggi. E da lì è stato tutto un crescendo. Siccome il gruppo era più o meno quello dell’anno precedente, con 3-4 inserimenti importanti – su tutti direi Espinal e Malatesta -, siamo stati un po’ la sorpresa che poi a fine stagione, grazie a qualità, quantità, amicizia e unione del gruppo ci ha portati fino alla fine. Come ultimo ricordo mi sento di parlare della sera che ha preceduto la partita di Modena: sera passata con il mio compagno di stanza di sempre, Andrea Rosso, con il quale ci eravamo raccontati tutto il lungo percorso per arrivare a giocarci quella partita. Poi, della partita in sé, ricordo l’azione che ha portato al gol di Malatesta, è stata una sorta di liberazione per noi giocatori in campo e per tutti i nostri fantastici tifosi. È stata un’emozione indescrivibile e sono contento di aver condiviso quella gioia con Andrea Rosso, con il quale ho giocato per 8 stagioni, per un totale di più di 300 partite insieme. È stato qualcosa di unico.

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