Rassegna Stampa Massimo Varini (Foto Ivan Benedetto)


Massimo Varini (Foto Ivan Benedetto)
Pubblicato il 6 maggio, 2020 08:30 | by Michele Balossino

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Pro Vercelli, Varini a TuttoC: “Impossibile concludere il campionato di Serie C”

PRO VERCELLI INTERVISTA VARINI TUTTOC COVID-19 / VERCELLI – Raggiunto dai colleghi di TuttoC, il Direttore Sportivo della Pro Vercelli Massimo Varini ha fatto il punto della situazione sull’eventuale ripresa dei campionati. Ecco le sue dichiarazioni: “La situazione è di totale confusione, non si capisce niente. L’unico campionato che al momento può riprendere con il minor rischio possibile è la Serie A. La B fa fatica perché è difficile applicare i protocolli e riprendere un’attività che inevitabilmente sarà molto compressa, visto che si tratta di rimettere in moto giocatori praticamente fermi da due mesi. Per la C è impossibile anche solo pensare di concludere il campionato. Dovranno pensare alle soluzioni per le promozioni e le eventuali retrocessioni”.

 

PRO VERCELLI, L’INTERVISTA DI MASSIMO VARINI A TUTTOC

Si parla di una nuova Serie B composta da due gironi da 20 squadre ciascuno. “Dovranno trovare dei criteri per far salire venti squadre. La cosa più logica è promuovere le tre prime e per la quarta promozione utilizzare la media punti, le altre 16 come possono venire scelte? Una riforma del genere può valere se come criterio si utilizza il blasone e l’importanza della piazza ma mi sembra molto complicato adottare una soluzione del genere, soprattutto nel breve periodo, anche perché poi bisogna ripensare anche al campionato di Serie C. Dividere la B in due gironi poi significa far perdere alla categoria lo status di elite”.

A proposito di categoria d’Elite, tra le possibili riforme al vaglio c’è anche quella di creare una C d’Elite e ripristinare la vecchia C2. “Anche quella è una riforma che presenta problemi. Come si decide chi può partecipare a questa nuova categoria? Credo che si possa mantenere la suddivisione attuale e ragionare finalmente sulla defiscalizzazione dei costi, perché altrimenti la C non è sostenibile. Io sto facendo delle proiezioni rispetto alla prossima stagione tenendo conto che non avrò entrate perché fino a gennaio si giocherà a porte chiuse. Questo significa non avere abbonati, non avere soldi con le sponsorizzazioni e non fare incassi al botteghino. L’unica entrata che avremo noi, come tante altre squadre di C, è rappresentata dal minutaggio dei giovani. Anche il presidente è un imprenditore e deve pensare alle sue aziende, come possiamo immaginare che metta soldi sul calcio? Oltre alla defiscalizzazione, che è una riforma obbligatoria, si dovrebbe pensare di introdurre una regola sull’impiego dei giovani, come già avviene in Serie D perché la C deve essere un bacino per i club delle categorie superiori e poi introdurre il tetto salariale per gli ingaggi dei giocatori”

Che altro si può fare per rendere sostenibile la Serie C? “C’è da rivedere la legge Melandri perché la Serie A è sicuramente il campionato più importante ma la Federazione deve pensare anche a quelli che stanno sotto. La televisione dà tanti soldi ma trasmettere partite su partite in continuazione ha tolto persone dagli spalti, soprattutto nelle categorie inferiori. Prima anche in C c’erano stadi con 10,15 mila persone perché la domenica non c’erano dieci partite in tv. Inoltre una volta c’era anche un travaso economico dalla A alla C grazie al mercato, ora invece si preferisce prendere un giocatore dall’estero e questo ha tolto ulteriori risorse alle categorie inferiori”.

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