(Foto Ivan Benedetto)
Pubblicato il 25 marzo, 2016 18:30 |
by Enrico Demaria
Polvere di…Calcio: l’editoriale di Enrico Demaria
PRO VERCELLI EDITORIALE DEMARIA / VERCELLI – E’ destino che, di tanto in tanto, a Vercelli, un arbitro decida di violare la regola principale, anche se non scritta, del calcio, che lo riguarda: quella che secondo cui un direttore di gara non dovrebbe mai ergersi a protagonista del match, ma dirigere linearmente, giudicando senza inventare. Tutti ricorderanno le prodezze pro-Sassuolo del purtroppo indimenticabile Velotto. Sabato non è che Pezzuto di Lecce abbia eguagliato la performance del suo predecessore – perché ci vuole molto impegno per farlo -, tuttavia ha preso due decisioni semplicemente assurde contro la Pro. La prima, malconsigliato dal segnalinee De Troia, dopo poco più di un minuto, quando ha fischiato un rigore semplicemente ridicolo a favore dell’Ascoli, su una spinta lievissima ai danni di Cacia da parte di Budel: vedendo e rivedendo l’azione, si nota chiaramente che Cacia è incespicato nei suoi stessi piedi; invece, secondo Pezzuto & De Troia la non-spinta di Budel è stata decisiva.
Se la prima decisione avversa alla Pro era stata presa al primo minuto del primo tempo, la seconda è arrivata all’ultimo minuto: Marchi s’è inventato una grande discesa sulla destra e ha scodellato una palla regale a Scavone che non è riuscito a cacciarla nel sacco per un clamoroso intervento da tergo di un difensore dell’Ascoli. Rigore solare, con relativa espulsione, che Pezzuto ha invece incredibilmente trasformato in un fallo di Scavone.
La premessa era doverosa: Pro danneggiata, e non poco, dalle decisioni arbitrali. Ma anche il prosieguo è doveroso, e purtroppo parla di una squadra totalmente inesistente nella ripresa (fatto che si sta ripetendo in maniera preoccupante): era in palio una grossa fetta di salvezza, contro una squadra mediocre da scavalcare in classifica; risultato: un solo tiro in porta in tutto il secondo tempo, una conclusione fiacca di testa di Mustacchio al 90’. E allora parliamoci chiaramente: con lo spirito del secondo tempo, non si va da nessuna parte.
Sabato, tanto per gradire, la squadra di Foscarini è chiamata ad un altro spareggio-salvezza contro una mancata grande del torneo, il Livorno, che si ritrova clamorosamente impegolata nella lotta per la retrocessione e che proprio in settimana ha operato il terzo cambio di allenatore in questa travagliatissima stagione. Spinelli, conclamando fondate ambizioni, era partito con Panucci, poi l’aveva rilevato con Bortolo Mutti, quindi aveva richiamato l’ex terzino del Milan e del Real Madrid e ora, dopo la miseria di tre punti in sette partite, lo ha di nuovo allontanato, sostituendolo con Franco Colomba. Pur infarcito di giocatori di spicco (da Vergara a Vantaggiato, da Emerson a Valoti) il Livorno si trova sotto la Pro di un punto a ridosso della zona in cui scatta l’allarme rosso della retrocessione diretta. Ovvio che sabato si giocherà il tutto per tutto, cercando di compiere l’impresa sfuggita alla Pro sabato scorso: scavalcare una diretta rivale nella lotta per la salvezza. All’ ”Armando Picchi” farà davvero caldo. La Pro è senza Scavone, squalificato (assenza pesante), e non potrà contare pure su Malonga convocato dal ct del Congo per una doppia gara di qualificazione alla Coppa d’Africa del 2017 contro lo Zambia. La squadra dovrà assolutamente cercare di reggere i novanta minuti e giocare assolutamente per i tre punti. Il mancato successo sull’Ascoli può pesare davvero tanto nel prosieguo del torneo e dunque sarebbe assolutamente necessario tentare il colpaccio al “Picchi”: la squadra ammirata nei primi quarantacinque minuti con i bianconeri di Mangia può farcela, quella del secondo tempo se lo scordi. Dunque a Livorno, vogliamo vedere una Pro dottor Jekyll, diretta possibilmente da un arbitro oculato. Guai se scendesse in campo la versione mister Hyde.