Esclusive Stefano Bordone


Il Direttore Generale della Pro Vercelli Stefano Bordone (Foto Ivan Benedetto)
Pubblicato il 18 giugno, 2016 12:30 | by Michele Balossino

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ESCLUSIVO – Pro Vercelli, Bordone: “Faremo scelte mirate”

PRO VERCELLI INTERVISTA STEFANO BORDONE / VERCELLI – Quella appena trascorsa è stata una settimana ricca di novità in casa Pro Vercelli: Moreno Longo è stato ufficializzato come nuovo allenatore, Andrea La Mantia è stato il primo acquisto per la nuova stagione di Serie B – seguito da Loris Bacchetti – e, infine, Mohamed Coly ha prolungato per un altro campionato il suo contratto con le “Bianche Casacche”. Pertanto, abbiamo deciso di fare il punto della situazione con il Direttore Generale della Pro Vercelli Stefano Bordone, che in esclusiva ci ha parlato di questo e molto altro.

 

L’INTERVISTA ESCLUSIVA A STEFANO BORDONE

Buongiorno Direttore. Per prima cosa le chiedo un commento sul nuovo allenatore: quali sono stati i motivi che, alla fine, vi hanno portato a scegliere Moreno Longo?

Noi avevamo le idee chiare fin dall’inizio: cercavamo una figura giovane e molto motivata, che avesse fame; senza ovviamente dimenticare le potenzialità tecniche. Cercavamo una persona dinamica, che avesse voglia di venire a Vercelli per dimostrare le sue qualità e che sposasse in pieno la politica della società. E Moreno Longo rispecchia tutte queste caratteristiche. Dal suo arrivo sta lavorando molto, sia con il Direttore Sportivo per quanto riguarda l’aspetto tecnico sia con noi per quanto riguarda l’aspetto gestionale e organizzativo. L’impressione è che sia una persona molto valida, preparata e decisa: da questo lato posso dire che la scelta è azzeccata, poi chiaramente sarà il campo a stabilire la bontà della nostra scelta. Longo è una bravissima persona, ci siamo trovati subito bene insieme e siamo allineati su tutti gli aspetti.

In settimana sono arrivati il rinnovo di Coly e i primi acquisti, Andrea La Mantia e Loris Bacchetti: è sintomo che la società vuole mettere il nuovo allenatore nelle condizioni di poter lavorare con la rosa quasi al completo fin dall’inizio del ritiro a Cantalupa?

L’intenzione è proprio quella. Rispetto alle passate stagioni in cui vi erano state alcune problematiche, quest’anno siamo un po’ più tranquilli: partiremo per il ritiro con un’ossatura già rodata, inserendo degli acquisti mirati che il Direttore e il Mister stanno valutando attentamente. Chiaramente la rosa non potrà essere al completo per il mese di luglio, ma contiamo di poter avere già il 70-80% dei giocatori a disposizione. Questo, come dicevo, è il primo anno in cui siamo nella condizione di poter lavorare con serenità: gli altri anni abbiamo sempre avuto problemi, come cambio di categoria, alcuni giocatori che si sapeva già che non sarebbero rimasti, problemi sulle strutture, sull’iscrizione al campionato, etc… Quest’anno, invece, ognuno nel suo ruolo può lavorare serenamente sui compiti che gli competono: abbiamo più tempo per riflettere e fare scelte mirate. La nostra politica non è quella di far entrare 10 giocatori prima di cederne altri: la nostra filosofia è quella di mantenere l’equilibrio economico, noi non possiamo e non vogliamo permetterci di fare movimenti assurdi. Alla fine del mercato noi dobbiamo restare all’interno del budget stabilito ad inizio stagione dal Presidente: e il D.S. Varini lavora molto bene in questo senso.

La Pro Vercelli può essere considerata una sorta di società modello: conti in regola, poche disponibilità economiche rispetto a molte concorrenti, ma nelle ultime due stagioni ha centrato l’obiettivo salvezza tenendo dietro avversarie molto più quotate. È la vittoria dell’organizzazione societaria?

Competere con società che hanno grandi disponibilità economiche non è mai facile, i bilanci delle società sono pubblici e ognuno può verificare la differenza tra noi e molte altre società: noi quest’anno eravamo nelle ultime posizioni nella classifica dei bilanci, come è normale che sia, insieme a Como e Virtus Lanciano. Ripeto, non è facile: però, il calcio insegna che non sempre chi spende di più vince. La storia insegna: se guardiamo gli ultimi tre anni di Serie B, l’andamento dei campionati rispecchia quello economico, anche se 4-5 sorprese si verificano ogni anno; questo significa che, se giocatori e società lavorano bene, si possono ottenere risultati migliori rispetto agli investimenti. Il campionato di Serie B penso sia uno dei più belli, perché ci sono sorprese come Carpi, Frosinone e Crotone che arrivano in Serie A, mentre squadre come Catania e Livorno – costruite per altri obiettivi – alla fine retrocedono. Noi siamo una società un po’ atipica; rispetto alle altre società, qui ognuno sa stare al suo posto e fare esclusivamente il proprio lavoro: in altri posti, ad esempio, il D.S. fa il D.G, il magazziniere commenta le scelte dell’allenatore e così via. La nostra forza, invece, è quella di rispettare il proprio ruolo e di lavorare in armonia: siamo una vera e propria società famiglia. E questo viene molto apprezzato anche dai calciatori, che così possono esprimersi nel migliore dei modi. L’abilità della nostra società è quella di costruire sempre squadre competitive, rimanendo nel limite delle possibilità: e, soprattutto, selezionando i calciatori in base alle loro qualità morali prima che tecniche. Negli ultimi anni non ci è mai capitato di dover richiamare qualche giocatore per comportamenti non consoni fuori dal campo, perché sono tutti ragazzi per bene che svolgono la loro professione con impegno e serietà. Questo è il segreto che ci ha portati a centrare la salvezza.

A fine campionato sul sito della Lega B è uscita una graduatoria dei migliori terreni di gioco del campionato e, nella categoria dei sintetici, il “Piola” di Vercelli è risultato essere penultimo in questa classifica. Come si spiega questo, tenendo conto che il sintetico di Vercelli è stato teatro nelle ultime due stagioni anche delle partite casalinghe della Juventus in Youth League?

In Lega si è deciso di stilare classifiche dei terreni di gioco per stimolare le società a fare maggior manutenzione e a tenere i campi in un determinato modo. Ovviamente si è dovuto distinguere tra quelli in erba naturale e quelli in sintetico. In quel momento sono stati decisi dei criteri di valutazione: il voto del capitano e dell’allenatore della squadra ospitata, più le votazioni dell’agronomo della Lega – che valuta dalla televisione – e quella del Service TV di Sky. Il voto che va a pesare di più è quello del Service TV: siamo rimasti penalizzati perché televisivamente il nostro campo non presenta un colore verde puro, ma sembra marroncino. Questo perché noi andiamo a svolgere le operazioni richieste dalla UEFA, e questo dà un’idea sbagliata a chi guarda dalla televisione. Il campo sintetico più bello è nettamente quello del Trapani, perché è di ultimissima generazione; subito dopo quello – non per essere di parte, ma perché li ho calpestati tutti – ci siamo noi: non a livello di visibilità, ma di gioco. Il nostro campo è prestazionale, cioè il giocatore è ammorbidito: non si sente il fondo pesante, ma come se ci fosse della terra morbida, fatto apposta per non causare problemi ai legamenti e ai piedi. I campi di Cesena, Virtus Entella e Novara, per esempio, sembrano di pietra: sono talmente vecchi e usurati su cui si fa fatica a giocarci sopra, però in Tv appaiono verdi e dunque vengono votati come migliori rispetto al nostro. Questo è un errore: oltre al bello, bisognerebbe dare una valutazione di un perito che ogni settimana venga a calpestare il terreno di gioco. Ricordiamoci che sul nostro campo, dopo una forte nevicata e dopo che ci sono passati sopra dei trattori per spazzare via la neve, abbiamo giocato nel giro di tre ore, senza che ci fosse ghiaccio sul terreno di gioco.

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