Mister Antonio Colonna, tecnico dei Giovanissimi Nazionali (Foto Ivan Benedetto)
Pubblicato il 1 febbraio, 2015 17:20 |
by Hervé Sacchi
Giovanissimi, Colonna: ‘Il potenziale conta, ma l’importante è il lavoro’
PRO VERCELLI GIOVANISSIMI NAZIONALI SETTORE GIOVANILE / VERCELLI – Cogliamo l’occasione per pubblicare sul nostro sito MagicaPRO.it l’intervista che abbiamo inserito nell’ultimo numero del magazine ufficiale della Pro Vercelli, in occasione della gara contro il Modena. Ricordiamo che l’intervista è stata effettuata prima dell’amichevole odierna che ha visto i Giovanissimi Nazionali sconfitti 4-3 contro l’AlbinoLeffe.
ANTONIO COLONNA: “GIOVANISSIMI, CATEGORIA DELICATA”
Continuiamo il nostro giro attraverso le formazioni giovanili della Pro Vercelli. Nell’ultimo turno abbiamo intervistato tre giovani istruttori che stanno crescendo e facendo crescere – a loro volta – i piccoli talenti nelle categorie Pulcini ed Esordienti. Oggi invece saliamo di categoria e arriviamo ai Giovanissimi, allenati da mister Antonio Colonna. Proprio con il tecnico classe 1974 abbiamo parlato delle prospettive dei ragazzi e di una realtà come il calcio che a 14 anni inizia a essere non più solo un hobby diverso dalla scuola.
Mister, per conoscerla meglio ci parli innanzitutto del suo percorso calcistico.
Ho fatto le giovanili nell’ex Vanchiglia, filiale del Torino. Quando sono passato al Torino poi ho avuto qualche problema. Ho giocato in Promozione e in Eccellenza. Ho iniziato ad allenare giovane. Ho fatto otto anni al Chisola, mentre due anni e mezzo fa sono arrivato alla Pro grazie ad Alberto Gusella. Ho fatto il vice allenatore, al fianco di Tomasoni negli Allievi nazionali, mentre l’anno scorso ho ricoperto il ruolo di titolare nei giovanissimi 99. Quest’anno seguo invece i 2000.
Che tipo di lavoro svolgete?
La categoria Giovanissimi è una di quelle più delicate, perché sono i ragazzi ad attraversare un momento piuttosto delicato. Ci sono molti alti e bassi, non tanto dal punto di vista calcistico ma caratteriale. Passano da bambini a ragazzi nel giro di poco e, in questo caso anche dal punto di vista calcistico, si vede chi ha quella testa che potrebbe aiutarli. A livello di lavoro sul campo andiamo a consolidare le basi tecniche. È un’età in cui le abilità tecniche possono essere ancora allenate. La chiamiamo età di consolidamento, anche perché le abilità che acquisiscono in questo frangente rimangono come imprinting nelle categorie superiori. È una categoria che mi piace: se trovi i ragazzi che hanno voglia si riesce a lavorare molto bene.
Ha parlato di età delicata, anche perché i ragazzi iniziano a capire se sono destinati a proseguire con l’attività agonistica per tentare di arrivare a essere professionisti o diversamente mollare per continuare gli studi. Conferma?
Da quel punto di vista sì. C’è da dire che però qui, soprattutto in questa categoria, i ragazzi arrivano da categorie dove si hanno aspettative minori. Qui fanno quattro allenamenti a settimana, molti ragazzi fanno su e giù dal torinese. È chiaro anche che è un momento in cui c’è la selezione maggiore. Non voglio dire che sia l’anno del giudizio, ma è comunque quello dove si capisce se un soggetto può avere una predisposizione di un certo tipo. L’aspettativa è sempre quella di fare il calciatore ma poi i ragazzi rischiano di scontrarsi con la realtà, sentendosi inadeguati. In questo caso subentra il nostro aiuto: vogliamo fargli capire che è giusto provarci ma non è necessario riuscirci.
Ma parliamo ora un po’ del vostro campionato. La scorsa settimana avete vinto una partita importante a Sassari contro la Torres.
Abbiamo fatto due vittorie di fila dopo un periodo difficile. Questa squadra è stata costruita quasi interamente da ragazzi che facevano i dilettanti. A inizio anno siamo partiti con un progetto nuovo e a scatola chiusa. Le difficoltà maggiori si sono riscontrate nella scarsa preparazione, non solo tecnica, ma anche mentale di questi ragazzi. Quando abbiamo cominciato i ragazzi non erano capaci ad allenarsi in un certo modo. Abbiamo dovuto prepararli per essere al passo delle squadre che andavamo a incontrare. Abbiamo selezionato i ragazzi più forti nelle loro squadre dilettantistiche, ma sono passati da un contesto in cui si allenavano due volte alla settimana a uno più professionistico caratterizzato da quattro sessioni settimanali. Il potenziale ci può essere, ma ciò che è davvero importante è il lavoro. Sono molto contento di ciò che è stato fatto. Io lo vedo, so da dove sono partiti. Ora i risultati hanno dato morale e servirà molto in vista del prossimo match contro la Juventus. A oggi sono abbastanza soddisfatto, ma sappiamo che si può sempre fare meglio.
Quali aspettative avete per questo campionato?
Per quanto riguarda i ragazzi spero che possano togliersi il maggior numero di soddisfazioni possibili. Io voglio che diano il massimo in tutte le partite per dimostrare a tutte le squadre che incontriamo che ci siamo anche noi e che avranno da faticare per vincere contro di noi. Per quanto riguarda la società, l’obiettivo principale è quello di trovare degli elementi che possano essere preparati per fare il salto negli Allievi.
Un po’ come ha fatto Bunino da Primavera a prima squadra. Sappiamo che lei lo ha allenato al Chisola qualche anno fa. Si vedeva già che aveva la stoffa per fare strada?
Ho pensato che un ragazzo con quella determinazione e forza avrebbe avuto tante possibilità di riuscire. Doveva solo smussare alcuni difetti nel gioco di squadra. Il bello è che poteva prendere calci e botte ma continuava a rialzarsi. Era caparbio, si buttava a testa in avanti senza mai fermarsi. Uno con queste caratteristiche se insiste e mantiene questa testa può arrivare.
La ringraziamo e le auguriamo un buon lavoro.
Colgo l’occasione per ringraziare la società. Sono stato ben accolto da tutti e messo di conseguenza nelle migliori condizioni per lavorare bene. È doveroso ringraziare la Pro Vercelli.