(Foto Marco Lussoso)
Pubblicato il 21 luglio, 2023 17:28 |
by Alessandro Borasio
Pro Vercelli, Dossena si presenta: “Sono ambizioso come la Società”
PRO VERCELLI PRESENTAZIONE ANDREA DOSSENA / VERCELLI – Giornata di presentazioni in casa Pro Vercelli. Oggi, infatti, è stato presentato il nuovo allenatore delle “Bianche Casacche” Andrea Dossena: ecco, dunque, le sue prime dichiarazioni.
PRO VERCELLI, LA PRESENTAZIONE DI MISTER ANDREA DOSSENA
PAOLO PINCIROLI
Sono onorato, contento e fiero di mettere un nuovo marchio sulle Bianche Casacche, ISCC Fintech SPA. È molto importante questo progetto, volevo ringraziare il presidente e la figlia di questa società. La scelta di mister Andrea Dossena è stata molto ponderata. Volevamo cambiare il modo di fare calcio e questo Mister sposa la filosofia di una squadra giovane. Vogliamo costruire una società sostenibile: puntiamo sui giovani della Primavera, gli organi Federali hanno detto che questa è la direzione. Punteremo su giovani anche che arrivano da categorie inferiori, devono essere di proprietà. Bisogna cambiare la filosofia dell’anno scorso, bisogna fare le cose come debbano essere fatte. Questo non vuol dire non essere ambiziosi, ci tengo a precisarlo, non siamo qui a fare le comparse ma per fare un campionato importante con un calcio propositivo.
GIANLUCA PINCIROLI
La scelta del Mister è fondamentale: abbiamo analizzato diversi profili di allenatori ma la scelta è caduta subito, per diversi motivi, su mister Dossena.
ALEX CASELLA
Benvenuto al Mister. L’anno scorso la stagione era al di sotto delle aspettative ed ha lasciato parecchio malumore. La società è solida, ha una progettualità, ha stilato un progetto triennale, abbiamo fatto due stagioni importanti con buoni piazzamenti. L’unica ricetta è il lavoro. La passata stagione non è andata come speravamo, la partenza di quest’anno deve mirare a dare al mister una squadra che possano sviluppare la sua idea di calcio, più che andare alla ricerca di giocatori con nomi che piacciono ai tifosi, cerchiamo calciatori che possano soddisfare l’idea di gioco del mister e quella che è la pianificazione societaria.
Noi siamo uniti ed abbiamo rispetto dei ruoli. Non giudichiamo in base ai nomi dei giocatori ma in base alle esigenze di gioco del mister. Abbiamo preso un allenatore tra i più promettenti e che credo possa arrivare molto in alto. Ora abbiamo riposto le basi per ripartire. Il mercato lo vediamo in stallo ma lavoriamo quotidianamente per muovere il mercato, cerchiamo di liberare giocatori che non fanno parte dell’idea di calcio che vogliamo sviluppare. L’ansia è l’ultima cosa che si deve avere in questo tipo di lavoro, ci sono persone in dirigenza, i soci che credono nel progetto Pro Vercelli. Siamo qui per fare la miglior Pro possibile. In questo mondo, quello più bravo è quello che sbaglia meno.
Prima abbiamo voluto scegliere il Mister per poi potergli cucire il vestito addosso in base alle richieste. Bisogna essere umili e far le cose fatte bene dando valore a quello che quotidianamente facciamo.
ANDREA DOSSENA
Spero di ricambiare al più presto le belle parole spese qui per me, mi sono sentito subito la prima scelta e quando ci sono queste sensazioni la gran parte del lavoro è già fatto. La Pro Vercelli mi ha fatto sentire di essere la prima scelta: nei primi colloqui ho capito che la Pro è un club serio, vero, con i piedi per terra, non mi hanno raccontato favole, sono stati diretti. Non ci sono stati tentennamenti: è stata una trattativa molto veloce e delineata, sono ambizioso e la Pro lo è con me. Non sono preoccupato per il mercato, c’è completa sintonia. Il mercato di C, in realtà, parte dal 15 agosto in avanti.
Non mi piace andare in panchina e annoiarmi durante le partite: non troverete mai con me una squadra che si metterà per difendere l’1 a 0. Sono un allenatore giovane, esigente, chiedo tantissimo e non accetto alibi, scuse. In queste prime settimane ho trovato nei ragazzi grande disponibilità per imparare un nuovo metodo di lavoro. Le mie richieste alla Società per le strutture sono state soddisfatte: l’inizio è più che positivo.
Quest’anno vedo un ridimensionamento del campionato ed un livellamento da parte di quasi tutte le Società di C. Manchiamo numericamente sulla linea difensiva, senza dubbio, ma non si vuole intervenire per riempire un buco al 21 luglio, deve arrivare per toccare i suoi massimi di lavoro. In settimana c’è stata un’occasione, il ragazzo ha preferito andare da un’altra parte per ragioni extra calcio: meglio così, vuole dire che non avrebbe mai sposato al meglio la nostra causa. Il tifoso viene allo stadio perché si vuole divertire, la mia squadra deve creare: è una coperta corta ma è un rischio che accetto.
Sono figlio di agricoltori: ho sempre coltivato l’umiltà ed avrei voluto giocare da professionista fino a 50 anni. Mi sono sempre sentito un privilegiato rispetto ad altri, ovviamente non avrei potuto giocare fino a quell’età ma non avrei mai voluto lasciare questo mondo. Ho scelto di fare l’allenatore perché è il ruolo in cui credo si possano mettere in pratica le proprie idee di calcio insieme ai ragazzi. L’allenatore, tramite i ragazzi, permette di esprime quello che sei. Ho avuto tanti allenatori, ma il calcio va alla velocità della luce e quindi bisogna sempre aggiornarsi. Voglio prendere spunto da chiunque, anche dai preparatori atletici.
Tra i modelli di allenatori ammiro Sarri e m’ispiro al suo modello e al suo modulo. Io voglio far felici i tifosi, ed il primo tifoso è il presidente: quindi voglio far felice il presidente. La mia idea sarà una variazione del 4-3-3: si possono creare variazioni ma di poco. Troppo integralista? A Renate l’anno scorso stavamo crollando fisicamente, ho chiesto ai ragazzi se avessero preferito la difesa a 5 ed abbiamo cambiato per poi tornare al 4-3-3 quando i ragazzi hanno ripreso fiducia. Lavoro tanto sul modulo, ma l’obiettivo è far star tranquilli i ragazzi. Non mi piace cambiare e non riesco a capire e leggere gli allenatori che cambiano di volta in volta. Attualmente mancano un difensore, un esterno d’attacco, una mezz’ala forte, un terzino di gamba. Abbiamo giocatori con queste caratteristiche, possiamo scegliere un play di costruzione o aggressivo, al momento siamo un cantiere aperto a 360°.
Ho scelto di non proseguire con il Renate perché ho capito che quella voglia di gettare l’ostacolo oltre il cuore doveva essere alimentata da me. I risultati venivamo ma il confronto con i ragazzi mi hanno fatto riflettere. Abbiamo lavorato tanto e bene, dopo la sconfitta a Novara abbiamo fatto 17 risultati utili, voglio gente negli spogliatoi che abbia voglia di lavorare insieme: Chi lavora di più porta di più a casa: si deve lavorare tanto, i risultati arrivano in un mondo del calcio in cui c’è ancora tanta approssimazione.
L’obiettivo del Renate era di arrivare nei playoff, con il Renate eravamo primi, sapevamo a dicembre di essere andati oltre le aspettative. A gennaio la Società ha deciso di premiare due calciatori con trasferimenti che però non sono stati sostituiti ed è stato difficile il girone di ritorno. Non era la preparazione: siamo arrivati comunque ottavi. Mi piace giocare ad altissima intensità, sempre: intensità inglese e alla Klopp. Lavoriamo per la perfezione sapendo che non ci sarà mai.